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Uomini in gabbia di Simone Buchholz

Uomini in gabbia di Simone BuchholzSono nel mio periodo giallo.

È un periodo lento, in cui la faticosa transizione da una stagione all’altra mi rende pigra, leggo poco, molto meno di quanto sia abituata a fare, sono poco attiva, mi stanco facilmente e sogno letti e coperte in ogni momento delle mie giornate.

Però sono nel mio periodo giallo, quel momento dell’anno in cui provo piacere nel leggere storie che hanno un segreto da svelare e un caso da risolvere.

Per questo ho apprezzato molto Uomini in gabbia, il terzo caso della pm Chas Riley, che non conoscevo e non avevo mai letto fino ad ora, e confermo la mia prima sensazione: la voglia di recuperare anche gli altri due, Revolver e La notte del coccodrillo.

Siamo ad Amburgo, una mattina di settembre, quando, davanti all’ingresso di un importante gruppo editoriale, viene ritrovato un uomo rinchiuso in una gabbia, in terribili condizioni: nudo, privo di sensi, palesemente sottoposto a sevizie e maltrattamenti.

L’uomo è il direttore del personale.

Tre giorni dopo, la stessa sorte tocca all’amministratore delegato.

La pm Chas Riley scopre ben presto che i due non godono propriamente della stima dei loro dipendenti, tutt’altro, sono malvisti e accusati di egoismo, padroni che per anni hanno pensato solo ad arricchirsi a discapito dei lavoratori, attuando, secondo le loro necessità, politiche di licenziamento senza limiti e senza vergogna.

Questo fa ben pensare la pm Chas Riley e il suo nuovo collega Ivo Stepanovic di dover seguire la pista di una vendetta interna, da parte di chi si è sentito maltrattato per anni.

Non tardano però ad arrivare elementi che condurranno le indagini molto più lontano, alle origini di un male nato in un terribile passato che accomuna le due vittime.

Tra verità da riportare a galla, corse contro il tempo, numerose sigarette e altrettante birre al Blue Nacht, si dispiega anche la movimentata vita sentimentale della pm Chas Riley, imbrigliata in una storia che forse non c’è mai stata e giunta al momento della resa dei conti.

Cosa mi è piaciuto molto, oltre alla storia?

La dedica, Per Neville Paciock (che lo amiamo tutti proprio tanto).

Johnny Cash tra la musica preferita di Chas Riley (Johnny Cash tutta la vita).

La narrazione in prima persona con ampio spazio all’introspezione. Questo elemento è stato per me forse quello più importante di tutto il romanzo.

I numerosi intermezzi introspettivi hanno permesso di delineare molto bene la personalità della protagonista.

Dall’ambito professionale fino alla sfera più intima, abbiamo davanti una persona che si svela e si lascia andare, mostrando, con gran generosità, quello che si nasconde sotto una scorza dura.

Uomini in gabbia, di Simone Buchholz, non è solo un giallo con un caso da risolvere, ma il potere di una scrittura in grado di creare un perfetto equilibrio tra la storia, che non si vede l’ora di vedere come va a finire, e tutte quelle pieghe intime e nascoste che fanno di un personaggio qualcuno a cui ci si affeziona e che si ha voglia di incontrare ancora.

UOMINI IN GABBIA – SIMONE BUCHHOLZ

EMONS EDIZIONI

TRADUZIONE DI: Franco Filice

PREZZO DI COPERTINA: € 14,00

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