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Mia madre è un fiume di Donatella Di Pietrantonio

Mia madre è un fiume di Donatella Di PietrantonioLa cosa che mi piace tanto della scrittura di Donatella Di Pietrantonio, che mi ha fatto innamorare de L’Arminuta e poi anche di Mia madre è un fiume, è la delicatezza con cui scrive di cose dure e dolorose.

Questo raccontare che è quasi un sussurrare pacato, come per metterti a parte di segreti inenarrabili, che si svelano con dolcezza e, nello stesso tempo, come una stilettata.

Anche qui c’è una figlia, una figlia che, ormai adulta, si ritrova ad accudire una madre malata. Atrofia cerebrale, la chiamano, il nulla che avanza, che le fa dimenticare le cose.

Allora questa figlia ricorda per la madre, ricorda con lei, rimette insieme i cocci di un’identità che sembra andata smarrita.

Racconta di un passato fatto di momenti dolci ma anche dolorosi.

Restituisce vita ai personaggi familiari con cui sono cresciute tutte e due, madre e figlia, in una terra generosa e crudele, dove la fatica della vita di campagna si mescola con l’allegria delle feste della comunità, ma anche con la povertà degli affetti.

Una carenza affettiva che segna questo pur fortissimo legame madre-figlia, un amore andato storto, da subito, perché lei, la madre, era troppo educata al sacrificio per permettersi il piacere di stare con la sua creatura.

Una mancanza che lei, la figlia, fa fatica a perdonare, a mettere da parte, nonostante gli anni, nonostante la malattia.

Un rapporto indissolubile, che emerge dai ricordi del passato e si conferma nella quotidianità di questo nuovo presente, fatto di cure e preoccupazioni, ma anche di paura.

Un legame che oscilla costantemente tra amore e odio, mancanza e rifiuto.

Mia madre è un fiume.

Erano un fiume i suoi capelli scuri e sottili che la corrente divideva ai lati del viso, onde a cascata sul seno, li pettinava la sera, dopo tutte le fatiche.

Camminava e cantava, il fiume a fluttuare nel vento, ma solo qualche volta, di solito li raccoglieva in una crocchia. Intorno ai trent’anni tagliò i capelli per sempre, divennero insignificanti, pratici.

Era un ruscello. Ne scorreva uno non lontano da casa sua e nelle più serene notti d’estate apprezzava la cascatella dalla finestra aperta, mentre i cani stavano zitti.

E’ un fiume di vecchi ricordi salvati, che ripete a tutti. Ci si afferra forte perché la sua storia non deflagri. Restano pochi, adesso. Mi occupo della supplenza, sono il suo scriba. 

Mia madre era un fiume di parole, ora di frasi stereotipate. Quanto cresce Giovanni, chi non si muove non mangia, che freddo stamattina. Al telefono chiede di continuo dove mi trovo. Sapermi al lavoro la rassicura. E’ stata la cifra della sua vita. 

E’ un fiume in secca, la neve dei pioppi lo sorvola, l’ombra dei sassi cade sul letto bianco, crepato. Qua e là una pozza d’acqua ancora, ferma e densa, lambita degli insetti.
Fa odore di morte.

Mia madre è un fiume di Donatella Di Pietrantonio racconta ricordi dolcissimi e crudeli, pieni di vita e di verità, che ricostruiscono la storia del rapporto più difficile al mondo, quello tra madre e figlia.

MIA MADRE E’ UN FIUME – DONATELLA DI PIETRANTONIO

ELLIOT EDIZIONI
PREZZO DI COPERTINA: € 12,50

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2 thoughts on “Mia madre è un fiume di Donatella Di Pietrantonio

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